La prima visita ostetrica deve essere effettuata preferibilmente fra l’ottava e la decima settimana e comunque entro la tredicesima. È importante non tardare la prima visita ostetrica perché include esami necessari quali il pap test e soprattutto la prima ecografia ostetrica, che permette di valutare le condizioni del feto, ma anche l’età gestazionale, la data di concepimento e la data presumibile del parto. In base a queste informazioni viene stabilita una calendarizzazione di incontri ed esami da effettuarsi nelle settimane precedenti il parto. Una precoce prima visita ostetrica non è necessaria soltanto a scopo puramente clinico, ma consente di vivere con maggiore tranquillità la gravidanza fin dal suo inizio. La specialista informa la futura mamma su quali sintomi siano del tutto naturali e su come gestirli, e la educa a riconoscere sintomi realmente preoccupanti. Oltre a rispondere a qualsiasi dubbio in merito alla gestazione, l’ostetrica dà indicazioni sul tipo di dieta da seguire, eventuali integratori da assumere, e l’attività fisica consigliata nel caso specifico.

Le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno portato da quattro a otto il numero di visite da effettuare durante le quaranta settimane di gestazione. In realtà si tratta di una raccomandazione e non di un obbligo: obbligatorie sono solo determinate visite ed esami volte a limitare i rischi di complicanze anche potenzialmente letali. Di conseguenza, ogni visita ostetrica diventa una necessità, perché l’esperto possa eseguire direttamente alcuni esami e valutare l’andamento della gravidanza. Nonostante sia importante che la donna viva la gestazione come un fatto naturale e non una malattia, i controlli sono l’unica garanzia di intervento tempestivo in caso di insorgenza di problematiche non avvertibili direttamente dalla futura mamma. È consigliato effettuare una visita ostetrica ogni mese a partire dalla prima, ma in presenza di anomalie o alterazioni la frequenza dei controlli può aumentare.

Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di effettuare otto visite nell’arco della gravidanza, in Italia sono previste sole tre visite, quattro in caso di parto oltre il termine, durante le quali effettuare anche un controllo ecografico. Le analisi cliniche obbligatorie dovrebbero essere sottoposte tempestivamente al curante, e sono quelle a rendere necessarie visite più frequenti.

La prima visita ostetrica (oppure ginecologica), da effettuarsi nel primo trimestre non oltre la fine della dodicesima settimana, prevede già la prima delle tre ecografie previste. A questa si aggiungono Pap Test ed altri accertamenti d’obbligo. Entro la tredicesima settimana devono essere effettuati emocromo completo ed esame delle urine, per escludere le più varie patologie, anche gravi, di cui la gestante può non essere consapevole. Alcuni di questi esami saranno ripetuti dopo poche settimane, come Toxotest e Rubeotest.

Nel secondo trimestre devono essere ripetuti emocromo ed esame delle urine, inoltre è prevista la c.d. curva glicemica, che serve a valutare un’eventuale intolleranza agli zuccheri oppure diagnosticare il diabete gestazionale. In queste settimane, intorno alla ventesima, è prevista l’ecografia morfologica, attraverso la quale l’ostetrica valuta organi e dimensioni del feto. L’ecografia nel terzo trimestre servirà poi a valutare nuovamente il feto, verificando anche la quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta. Se il bambino è podalico, l’ostetrica può tentare opportune manovre per cambiare la posizione del feto e poter procedere ad un parto naturale.
Nel caso in cui siano già trascorse le quaranta settimane di gestazione, l’ostetrica approfondisce con un’ulteriore ecografia per programmare modalità e data del parto.